L’isola dell’esperanto su Netflix
Come un film dà visibilità alla lingua d'elezione per eccellenza
Ho appena finito di vedere il nuovo film di Sydney Sibilia sulla vicenda dell’Isola delle Rose. I miei studenti di esperanto ben la conoscono, perché la racconto durante i miei corsi, in parallelo con la storia, altrettanto interessante, del microstato di Moresnet. E non farò spoiler.
Lo sguardo del regista riprende i temi della trilogia di Smetto quando voglio: la libertà personale contro la costrizione della burocrazia, la creatività, la voglia di osare cambiare il mondo.
La vicenda è raccontata in maniera avvincente, forse con un paio di forzature – per chi fosse interessato a uno sguardo storico, si scordi il romanzo di Veltroni. Meglio guardare il documentario di Cinematica (liberamente disponibile su YouTube), oppure il memoir scritto dall’ingegner Giorgio Rosa, il protagonista assoluto di questa storia.
Il ruolo dell’esperanto è un po’ messo ai margini. In realtà giocò un ruolo importante nel ricevere l’attenzione internazionale, ma in ultima analisi si tratta di un dettaglio che non importa troppo: questo film dà visibilità a una lingua ancora oggi misconosciuta (al di fuori della mia bolla) in Italia e non solo, grazie al doppiaggio in inglese, francese, tedesco e spagnolo, e ai sottotitoli anche in olandese.
Non mi resta che augurarvi buona visione; fatevene un’idea vostra!